C’è un dio in loro

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I più pericolosi, quelli che provocano guasti e sconquassi, quelli che andrebbero silenziati immantinente, senza por tempo di mezzo, ché si credono, lorsignori, di essere gravidi di un dio, e, per sovrappiù, da esso divinamente ispirati. E, in nome di quel dio che gli si agita dentro,

sempre pronti ad offrire il peggio di sé. Gli entusiasti, quelli che, dice Kundera, sono “convinti di avere scoperto la strada per il Paradiso. Essi difesero con coraggio quella strada, giustiziando per questo molte persone. In seguito, fu chiaro che il paradiso non esisteva e chi gli entusiasti erano assassini” (  da “L’insostenibile leggerezza dell’essere”). Ma anche Gadda di loro conciona in “Eros e Priapo” definendoli giustamente ” Gli entusiasmati a delinquere”, vale a dire “La trista mafia”. È certo comunque: grazie alla loro sovrabbondanza numerica,  né con un bang, né con un soffio, ma in mezzo a gridolini estatici da groupies in fregola, periremmo  tutti gioiosamente, tra effetti speciali e biscotti dietetici.

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